19 Marzo 2024, 07.10
Eco del Perlasca

Cosplay a go go...

di Milena Bianchi

Non solo un costume, ma anche colore, passione e divertimento


Il fenomeno del cosplay nasce in America nel 1939 con il futuristicostume ma, solo nel 1984, il reporter giapponese Takahashi Nobuyuki creò la parola cosplay, per descrivere i fan travestiti da protagonisti delle serie di fumetti e fantascienza che aveva visto alla WorldCon di Los Angeles.

Il fenomeno prende importanza in Giappone a partire dal 1995, quando la stampa giapponese dedicò per la prima volta un articolo a questo fenomeno, ovvero quando un gruppo di ragazzi nella città di Tokyo indossarono dei costumi ispirati a personaggi della famosa serie animata Neon Genesis Evangelion.

Da allora il cosplay si è sempre più diffuso anche nel resto del mondo, soprattutto tra le schiere di fan più appassionati.

In Italia, le prime apparizioni del fenomeno cosplay risalgono agli Anni Novanta, quando, all'interno delle manifestazioni delle principali Fiere del Fumetto (come Lucca Comics & Games, Romics, Mantova Comics & Games, Torino comics), di mostre-mercato o di apposite convention di settore (le cosiddette Comicon, come il Napoli Comicon, la Comiconvention di Milano poi denominata Milano Comicon), il gruppo dei Kappa boys iniziò a promuovere il crescente mercato editoriale (stampa-audiovisivi-games) dedicato ai manga.

In Europa, tra le tante manifestazioni, sono da ricordare la competizione International Cosplay League del Japan Week di Madrid, l'Animefest nella Repubblica Ceca, il J-Popcon in Danimarca, il Lucca Music & Cosplay in Italia, l'European Cosplay Gathering della Japan Expo di Parigi.

Il cosplay si è legato molto alla cultura nipponica, al punto di essere creduto originario del Sol Levante.
Difatti il personaggio rappresentato da un cosplayer appartiene spesso al mondo dei manga e degli anime, molto diffusi nel paese asiatico, ma non è raro che il campo di scelta si estenda ai tokusastu (serie TV in live action), ai videogiochi, alle band musicali, particolarmente di artisti J-Pop, J-Rock, K-Pop o K-Rock, ai giochi di ruolo, ai film e telefilm e ai libri di qualunque genere e persino alla pubblicità.

A causa della sua natura eterogenea, il cosplay viene praticato in maniera sensibilmente differente nei vari stati in cui si è diffuso, ma il terreno principalmente calcato dai cosplayer è quello delle convention del settore.
Una piccola nicchia in questo campo è costituita dai doller: questi cosplayer indossano maschere e una calzamaglia per trasformarsi completamente nel loro personaggio.

Una definizione adottata in certi casi è quella di cross-players, da "cross-dressing" e "cosplayer": si usa talvolta per indicare coloro che abitualmente realizzano cosplay di personaggi del sesso opposto rispetto al loro; ad esempio, molte cosplayer giapponesi si incontrano ogni domenica ad Harajuku, quartiere di Tokyo, dove decine di ragazze e ragazzi si incontrano per mostrare i propri vestiti ai turisti incuriositi e ai fotografi.

Gli uomini che si immedesimano in personaggi femminili interpretano spesso soggetti della tradizione giapponese, come ad esempio le bishĹŤjo (letteralmente "bella ragazza") o kawaii ("carino/a" o "grazioso/a"), oppure decidono di travestirsi da un personaggio femminile al fine di ottenere un effetto visivo umoristico.

Le donne che impersonano personaggi maschili, invece, optano in molti casi per soggetti bishĹŤnen ("bel ragazzo") oppure si immedesimano in personaggi maschili dai tratti femminei.
Poi ci sono i Cosplay Original: con l'evolversi del fenomeno, alcuni cosplayer hanno cominciato a creare i loro personaggi originali.

Nonostante ci sia una discrepanza di opinioni in merito, il Cosplay Original viene considerato un sottogenere del cosplay, purchè il cosplayer crei la storia unitamente al design del personaggio e rimanga fedele ad esso.
Anche durante alcune competizioni viene inserita la categoria per i cosplayer originali. Infine c’è il genderbend, che consiste nell'immedesimarsi in un personaggio del sesso opposto al proprio adattando però la sua estetica a quella del proprio genere.

Una parte significativa della sottocultura cosplay sono le brevi scenette in cui i cosplayers recitano la parte del personaggio di cui indossano il costume, re-interpretando fedelmente determinati passaggi del film, fumetto o serie TV da cui il personaggio è stato tratto.

Questo elemento ha un'importanza del tutto secondaria nelle fiere giapponesi, dove solitamente i vari cosplayer si limitano ad un inchino e ad una breve sfilata, posando per le fotografie; mentre ha ottenuto un buon successo in diversi altri paesi in cui si pratica il cosplay.
Non è raro vedere alle varie gare di cosplay lunghe interpretazioni, spesso complete di colonne sonore, accessori vari e in alcuni casi dei micro-set, che si rifanno alle ambientazioni della storia.

In diverse fiere del fumetto, sia in Italia che nel resto del mondo, vengono allestite "Aree tematiche" dove i cosplayer possono scattarsi foto in un ambiente che ricalca quello del gioco o del prodotto di animazione da cui sono tratti. 
Alcuni esempi sono le aree tematiche dedicate a Star Wars o Fallout.

In innumerevoli anime e manga il cosplay è presente, sia indirettamente che come elemento di trama, un esempio è il noto manga My Dress-Up Darling di Shinichi Fukuda, che ha come tema principale proprio il mondo del Cosplay e la sua realizzazione.

Milena Bianchi 4 Alberghiero Cucina




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